Quando i ricordi emergono e per un instante travolgono l'odierno torpore, allora capisco che ho delegato il timone ad un capitano ubriaco che a dispetto del vento si è accasciato sulla barra a dritta.
Vivo in un attuale annodato. Brucio il tempo nella vana speranza di trovarmi tra le mani una fune lunga e liscia. Invece i nodi si moltiplicano come un'epidemia. Sale alla gola un solido nodo di terrore.
L'acqua riflette l'ultima luce del giorno, sembra metallo fuso, i sassi come pesanti pensieri non scorrono, assomigliano a cadaveri immobili intenti ad osservarmi.
Oggi la macchina fotografica non mi serve. il nero della morte il triste violino le corde che ti calano. Gli occhi sono per le lacrime e non per la luce. Addio Peo