Provo a costruirmi con pezzi di me stesso negli angoli appaiono figure che mi spaventano. Allora con gesti rapidi distruggo tutto e getto i pezzi nella scatola che ripongo sopra al più alto armadio.
L'illusione è la fluidità. L'incessante scorrere avvolge ogni tipo di ostacolo. La roccia viene levigata. Il tronco portato a valle. La foglia oltraggiata. La vita dimenticata.
Ci sono ruggini attaccate all'essere che corrodono l'essenza. Impalcature erette al fine di oscurare l'orizzonte. Parole che chiedono udienza ad un sovrano stanco prossimo alla successione.
L'illusione è difficile da smascherare. Elementi di verità si confondono con l'incessante prodotto della mente. Quello che appare come solido terreno è invece solo infrigida palude.
Il pellegrino fissa una meta per sconfiggere la stanchezza e la naturale pigrizia. Chi ama la fotografia è ossessionato, ha nella mente un luogo ideale e vaga ramingo nella disperata ricerca.
Quanta strada si può percorrere nel buio? Ci sono percorsi mentali proibiti? L'orrore dei propri pensieri può bruciare la "sanità" mentale? Sono domande che mi affascinano ma vigliaccamente stermino le risposte.
C'è un'attività più difficile delle altre. Cercare. Continuamente distratti, puntiamo l'osservazione sull'ovvio dove tutti guardano credendo che l'originalità sia un cappotto dal colore sgargiante.
Quando i ricordi emergono e per un instante travolgono l'odierno torpore, allora capisco che ho delegato il timone ad un capitano ubriaco che a dispetto del vento si è accasciato sulla barra a dritta.
Vivo in un attuale annodato. Brucio il tempo nella vana speranza di trovarmi tra le mani una fune lunga e liscia. Invece i nodi si moltiplicano come un'epidemia. Sale alla gola un solido nodo di terrore.
L'acqua riflette l'ultima luce del giorno, sembra metallo fuso, i sassi come pesanti pensieri non scorrono, assomigliano a cadaveri immobili intenti ad osservarmi.
Oggi la macchina fotografica non mi serve. il nero della morte il triste violino le corde che ti calano. Gli occhi sono per le lacrime e non per la luce. Addio Peo